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Quando c'era il Muro
di Stefano Bartoli
DA BERLINO
In questi giorni del trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, l’idea del giornale livornese Il Tirreno di raccontare cosa si stava facendo nelle ore cruciali del 9 novembre 1989 mi sembra davvero bella. Un po’ come ricordare, per me che ero in quel momento un ragazzo, il giorno dello sbarco sulla Luna o quello in cui a Los Angeles uccisero Bob Kennedy e le suore della scuola privata che frequentavo ci chiesero di pregare mentre era ancora in un ospedale della California.
Ma il Muro di Berlino è qualcosa di diverso e, più che il momento in cui fu abbattuto, è forse meglio ricordarlo come l’abbiamo vissuto per chi naturalmente è riuscito a farlo, anche se per pochi giorni. Eh sì, perché quel Muro era appunto un “muro”, ma con molti accessori che in pratica rendevano la DDR un carcere di massima sicurezza. Io, mio fratello ed un altro paio di amici ci arrivammo con due auto in quella città attraverso un percorso rigoroso e obbligato dopo essere stati fermati almeno una decina di volte (ed altrettante all’uscita verso l’Occidente) e pure multati per raccattare un po’ di valuta pregiata in un pezzo di mondo dove niente valeva niente.
Quel Muro, i controlli, le limitazioni della libertà mi cambiarono e, sono convinto, cambiarono anche i miei amici, per sempre: le guardie armate fino ai denti, la doppia recinzione di cemento, le mine lungo il percorso, le migliatrici automatiche pronte ad entrare in azione nei punti meno sorvegliati. Impossibile rimanere insensibili.
Non è un caso che pochi mesi fa sono tornato con mia moglie proprio a Berlino, dove ci hanno accompagnato i nostri giovani nipoti avidi di sapere come era, come si svolgeva la vita attorno a quella che sembrava la recinzione delle Sughere (il carcere di Livorno), cosa accadeva a chi voleva attraversarlo in modo regolare e si ritrovava per ore rinchiuso in una gabbia/pollaio in prossimità del Checkpoint Charlie, a pochi metri dai soldati Usa che ti avevano appena fatto passare: lì non ti chiamavano neanche per nome, ma solo “riconoscendoti” attraverso la foto del passaporto. E poi il visto, il cambio obbligatorio verso una moneta senza valore e quasi inutile, le centinaia di metri lungo una strada che portava ancora i segni del conflitto mondiale.
Non ci facemmo mancare proprio niente, neanche un pomeriggio trascorso nell’ambasciata italiana per chiedere aiuto su una multa non meritata, ma che andava pagata. Poi il ritorno nella zona occidentale e quel senso di sicurezza che incredibilmente ci stava dando la visione dell’insegna della Coca Cola...
Dicevo che pochi mesi fa ci sono tornato al Checkpoint Charlie, ora invaso da turisti, figuranti in divisa, souvenir e tutti i principali fast-food. Non lo nego, mi sono emozionato, se non addirittura commosso. Oggi sento dire che il Muro crollò perché la folla cresceva e non avrebbero potuto più controllarla e qualche collega giornalista ha anche scritto che, trovandosi da quelle parti solo pochi mesi prima del crollo, niente lasciava immaginare una tale conclusione. In realtà tutto era deciso perché un intero sistema era fallito e chi non era riuscito a coglierne i segni si era lasciato abbindolare dalle guide turistiche (in realtà ben legate alla Stasi) che evitavano perfino di portare i loro ospiti vicino ai luoghi caldi, a cominciare dal Muro stesso.
In realtà, era il comunismo ad essere fallito, insieme all’obiettivo di una società egualitaria che egualitaria non è mai stata.
(La foto è tratta dallo short-movie realizzato pochi mesi fa © immediateboarding)
Londra, tre giorni intensi per il mondo del turismo
World Travel Market 2019. Ecco lo short-movie di immediateboarding sul più importante appuntamento mondiale del settore: nel centro espositivo di ExCel quasi duecento Paesi rappresentati e 51mila presenze.
Come ogni anno è stata presentata tra l'altro l'indagine Euromonitor International sul futuro del mondo dei viaggi. Positive le previsioni per il settore che dovrebbe crescere del +3,3% su base annua fino a sfiorare i 3 trilioni di dollari entro il 2024. Non proprio rosee invece le previsioni per il mercato europeo, tra incertezza economica e Brexit. Tutti i dati nel report https://blog.euromonitor.com/global-travel/
Firenze, ecco la Bto: la vacanza è online
di Stefano Bartoli
DA FIRENZE
Un gruppo di receptionist-robot che ricordano tanto le linee eleganti dei prodotti Apple e che accolgono i visitatori all’ingresso della vecchia stazione Leopolda. Inizia così, con questo contrasto tra le vecchie mura e la tecnologia più avanzata il nostro viaggio all’interno della Bto, la Borsa del turismo online di Firenze giunta all’undicesima edizione, una manifestazione leader a livello internazionale che da sempre cerca di coniugare il mondo del travel con quello dell’innovazione.
Nel capoluogo toscano si sono quindi dati appuntamento il 20 e 21 marzo 2019 aziende, albergatori, agenzie, esperti di marketing, startupper, amministratori pubblici, tutti fedeli al comune denominatore chiamato smartness, parola attorno alla quale è stato costruito il programma attraverso quattro asset e cioè Hospitality, Destination, Digital Strategy, Food and Wine Tourism. Stand affollati e persone in piedi in gran parte degli ottanta incontri in programma, a dimostrazione del gradimento del pubblico per la manifestazione. Tra i più gettonati, il panel sulla Cina, destinata nei prossimi anni a diventare la prima destinazione turistica al mondo, e pubblico in piedi anche per l’incontro con le città smart, cioè le due European Capital of Smart Tourism 2019 Linz e Lubiana.
Il filone del turismo enogastronomico ha toccato le corde dei visitatori più sensibili al tema. Tra i big più attesi Charles Spence, docente dell’Università di Oxford, in BTO per illustrare la "gastrofisica", la scienza che parla di cibo attraverso il gioco dei cinque sensi e dell’ambiente circostante, fattore determinante in grado di cambiare umore e giudizio di quello che si ha davanti al piatto. Un’indagine sul mercato del Regno Unito dimostra come la "gastrofisica" sia fortemente connessa al mondo del travel: su duemila inglesi ben la metà ritiene infatti che la cucina sia un fattore determinante per la scelta di una destinazione turistica; i giovani nella fascia 18-34 anni sono il target più propenso al turismo enogastronomico e il 33 per cento degli uomini attribuisce al cibo un valore determinante per la scelta della destinazione.
Altro panel sold out quello sui Dream e Smart Hotel e il turismo spaziale a cui ha partecipato, tra gli altri, Valentina Sumini del Massachusetts Institute of Technology per presentare Redwood Forest, progetto futuristico che anticipa un 2035 in cui la vacanza su Marte sarà una realtà grazie alla stazione orbitante Marina, progetto che ha vinto, tra l’altro, un importante premio della Nasa, l’ente spaziale americano.
Come si diceva, tanta ovviamente la curiosità per i robot receptionist di Jampaa impiegati nelle strutture ricettive di diverse regioni italiane: ben cinque di loro hanno accolto i visitatori, alcuni anche gestendo la fase di check-in dei relatori. Ma grande attenzione anche per i dati perché è stata anche scelta come palcoscenico per la presentazione di ricerche e nuovi trend, come quelli sulle ricerche di hotel da mobile. Basta pensare che nel 2018, il 50 per cento del traffico diretto generato verso i siti web degli hotel è arrivato proprio dai mobile device, con in testa i mercati inglese, irlandese, spagnolo e portoghese dove un utente su due sceglie, già oggi, l'hotel “on the go” comodamente da smartphone. E’ invece a doppia cifra la crescita per quanto riguarda le prenotazioni e il fatturato generato dalle prenotazioni su smartphone, dei mercati europei: i paesi anglofoni guidano il cambiamento con un quarto del fatturato del sito web generato da questo tipo di contatti tramite ed un incremento annuale che arriva addirittura al 13 per cento.
Giornalisti turistici: ecco i nuovi dirigenti, Sabrina Talarico presidente
di Stefano Bartoli
DA MILANO
Oltre duecento giornalisti italiani che si occupano di turismo su carta stampata, web e tutto il. complesso mondo dei new media. Ecco, in estrema sintesi, la fotografia del Gist, il Gruppo italiano stampa turistico, l’unica associazione italiana di operatori della comunicazione che, per tipo di attività svolta, professionalità dei soci che vi appartengono e rispetto delle regole deontologiche, ha il riconoscimento ufficiale della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa italiana. Costituito nel 1991, crea tra l’altro con regolarità numerosi appuntamenti, compresi naturalmente viaggi, convenzioni, incontri e assemblee.
Proprio in occasione dell’ultima Bit, la Borsa internazionale del turismo di Milano, sono stati rinnovato gli organismi dirigenti, a cominciare da Sabrina Talarico, confermata presidente per il biennio 2018-2020. Giornalista professionista, è da oltre vent’anni viaggiatrice per lavoro e per passione, mentre da undici dirige la rivista online ilviaggiatore-magazine.it. Dopo aver iniziato la propria carriera a Il Mattino di Padova in qualità di corrispondente, ha proseguito come collaboratore de Il Giornale e Il Gazzettino, per poi maturare un’esperienza specifica nelle più importanti testate del settore, oltre che diventare coautrice di guide turistiche per il Touring club italiano e per Rcs Libri. E’ inoltre titolare di un'agenzia di comunicazione che lavora sia sul territorio italiano che all’estero.
Nella stessa assemblea sono stati eletti i membri del consiglio direttivo: Aldo Bolognini Cobianchi (caporedattore MF), Graziella Leporati (direttore di viaggilife.it), Ada Mascheroni (consigliere Touring Club Editore), Roberto Miliacca (caporedattore Italia Oggi), Claudio Pina (freelance), Elena Pizzetti (freelance), Luca Pollini (freelance e autore di libri), Luciana Francesca Rebonato (freelance), Edoardo Stucchi (freelance).
Il consiglio direttivo sarà infine completato con tre rappresentati dei gruppi regionali che saranno eletti a breve, mentre sono stati nominati delegato e vicedelegato regionale del gruppo lombardo Gaetano Belloni (freelance) e Alessandra Gesuelli (freelance).
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Arrivi in albergo e trovi un robot: le ultime novità del turismo online
di Stefano Bartoli
DA FIRENZE
“Posso consigliarle un ristorante? Lo vuole formale od informale? Le serve un’auto? Io in questa zona noleggerei un Suv. Mi chiede se so ballare? Certamente, guardi!”. Non c’è niente da fare: è Paolo Pepper, il primo robot-concierge d’Italia, la star di questi giorni a Firenze: si presenta, risponde alle domande, esplora l’universo dei motori di ricerca e, appunto, riesce anche a danzare in uno stile che ricorda un po’ alla lontana John Travolta. La Bto, la borsa del travel online giunta alla sua decima edizione confermandosi come uno degli appuntamenti più importanti del settore, si illumina così ulteriormente di tecnologia guardando al presente, ma soprattutto al futuro, un mondo fatto di schermi, occhiali per esperienze virtuali a 360 gradi e portali web sempre più complessi e coordinati.
Sì, perché se il know-how certamente non manca, adesso il prossimo obiettivo è quello di convincere istituzioni ed operatori a entrare in una “cloud” virtuale dove il turista-viaggiatore possa trovare tutto ciò di cui ha bisogno, dall’aereo all’albergo, dal ristorante trendy al biglietto per il teatro. E così proprio Firenze si pone all’avanguardia con un primo esperimento di integrazione su larga scala messo in piedi dal convention bureau del capoluogo toscano, un prodotto da seguire con attenzione perché adesso bisognerà vedere come sarà accolto dai tantissimi aspiranti visitatori della città che a sua volta dovrà aprirsi sempre più al mondo hi-tech, superando ad esempio le recentissime polemiche sull’uso improprio del David come simbolo della città e sulle azioni di “spennamento” che, come accadde quanto furono fatti pagare ad una coppia turisti una trentina di euro per due gelati da passeggio, provocano un ritorno non certo positivo.
Tornando alla Bto 2017, i temi affrontati si possono ricondurre appunto all’intelligenza artificiale, alla realtà aumentata, ai mercati emergenti, il tutto con l’aiuto di alcuni dei più importanti player del settore come Google, Facebook, Airbnb, Booking o Expedia, senza dimenticare operatori più tradizionali come Costa Crociere e Klm. Fornita la base per lo sviluppo, si tratta adesso quindi di tradurla in pratica in modo da consolidare la crescita del settore. Un mondo che in Toscana, quest’anno, ha registrato un vero e proprio boom con il 63,2 per cento di operatori che si dichiarano soddisfatti e con grandi prospettive per il 2018 che, si pensa, registrerà un ulteriore incremento.
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